UNA Cremona - I NAS sequestrano il canile di Cremona - marzo 2009

Cronaca del sequestro del canile di Cremona operato dai NAS
Fonte: stampa cremonese


13 marzo 2009

La Provincia
venerdì 13 marzo 2009
Il rifugio sequestrato

L'inchiesta va avanti
E uno degli avvocati rinuncia alla difesa
Roma vuole chiarezza
Lunedì altro incontro al ministero della Salute

di Mauro Cabrini
L'altro ieri pomeriggio la relazione indiretta, attraverso l'incontro fra il legale di riferimento dell'associazione — Gian Luca Scaglioni — e Rosalba Matazza, funzionario del ministero della Salute; e il prossimo lunedì mattina, 16 marzo, il confronto diretto, con la presidente nazionale della 'Lega per la Difesa del Cane', Laura Rossi, che sarà ricevuta a Roma da Francesco Martini, sottosegretario del dicastero retto dal ministro Maurizio Sacconi: Roma si mostra sempre più attenta al 'caso canile'. E intanto a Cremona, uno dei due legali degli indagati Maurizio Guerrini e Ketty Nin, Maria Laura Quaini, ha rinunciato alla difesa.
Sciolto il rapporto fiduciario, a tutelare la posizione di presidente e vice-presidente dimissionari dell'Associazione Zoofili Cremonesi —l'uno e l'altra inquisiti per 'uccisione e maltrattamento di animali' e per 'esercizio abusivo della professione sanitaria' — rimane quindi il solo Marco Soldi che, però, potrebbe essere affiancato, già nelle prossime ore, da un collega bresciano. Sul fronte opposto, il gruppo animalista che con il suo esposto ha di fatto innescato l'inchiesta poi approdata al sequestro del Rifugio, appare sempre più 'agguerrito . «L'appuntamento con l’onorevole Martini è già fissato —ha annunciato ieri la leader del movimento Laura Rossi — e discuteremo approfonditamente dell'argomento. Le consegnerò una parte della documentazione in nostro possesso. Mi pare, senza entrare nel merito degli sviluppi giudiziali, che le anomalie siano tante e che serva assoluta trasparenza. La mia speranza è che un eventuale intervento del ministero competente, anche attraverso l'invio degli ispettori se quella sarà la scelta, possa contribuire a fare totale chiarezza». Proprio con l'obiettivo di sciogliere ogni dubbio, come sempre coordinati dal sostituto procuratore Cinzia Piccioni, seguitano a compiere accertamenti i militari del Nas. Particolare attenzione, al momento, viene prestata ai rapporti fra la struttura di via Casello e altre analoghe di Nord e Centro Italia per appurare il numero reale di cani transitati, negli ultimi tre anni, fra i centri. Passa da quella ricostruzione matematica, da incrociare poi con le cifre relative alla carne smaltita nelle imprese specializzate, la conferma a un teorema accusatorio che sostiene l'ipotesi secondo cui, a ridosso della tangenziale, si sarebbero eseguiti abbattimenti eccessivi, non strettamente necessari o comunque al di fuori delle prescrizioni di legge perché in quel modo si sarebbe liberato spazio per poter ricevere altri animali. Incassando così la quota — fra i 200 e i 300 euro a capo a seconda delle convenzioni—che i comuni devono versare per ogni 'accoglimento’. Si inserisce in questo quadro il coinvolgimento nell'indagine di Michela Butturini, veterinario referente dell'Asl alla quale si imputa il 'mancato controllo' sulle soppressioni e sulla somministrazione di tarmaci. Nei suoi confronti, il presidente dell'ordine cremonese dei medici veterinari, Emilio Olzi, ha usato massima cautela: “Quando avremo una comunicazione ufficiale dall’autorità giudiziaria – ha argomentato — la valuteremo. E, nel caso, considereremo anche il comportamento deontologico della collega. Per ora, posso solo aggiungere che ho massima fiducia in lei e nei metodi che abitualmente utilizza”.

L’ASSEMBLEA
«Si chiuda col passato
Chiediamo il garante»

di Giuseppe Bruschi
Chiedono chiarezza. Vogliono che il Comune scelga un garante 'super partes'. Si battono perchè il canile di Cremona torni a funzionare, «chiudendo però con il passato». E invitano «coloro che sanno», magari volontari del Rifugio, a parlare. Senza paure, certi che la magistratura si sta muovendo. Ma soprattutto si battono perché a gestire il canile siano «persone che amano gli animali», che tra l'altro San Francesco chiamava 'fratelli'. Queste le richieste fatte ieri sera, durante la pubblica assemblea in sala Zanoni, da Laura Rossi, presidente nazionale della Lega Italiana per la difesa del cane. E' stata lei ad aprire l'incontro ricordando, con commozione, la storia del suo cane «portato al rifugio di Cremona vivo e uscito in gravi condizioni». Laura Rossi ha chiamato a raccolta tutti i cittadini che hanno «finalmente conosciuto la verità» sul canile e ha annunciato che la battaglia continuerà se il Comune non fornirà tutte le risposte necessarie. La palla è passata a Rosetta Facciolo che ha rifatto la cronistoria di queste ultime settimane, ma che, secondo lei, ha origini lontane. Infatti lei stessa ha denunciato, anni fa, quello che sarebbe avvenuto nel rifugio: «Cani che sparivano in modo misterioso, volontari che, pur sapendo, non dicevano nulla». Facciolo ha spiegato che «erano almeno cinque le ditte incaricate dello smaltimento delle carcasse, e non solo quella indicata dai responsabili dell'Associazione Zoofili». Ha pure chiesto perché il presidente Maurizio Guerrini non abbia sentito «il dovere di dimettersi» visto che, come segretario provinciale di Rifondazione Comunista, aveva rapporti di collaborazione con il Comune. Qualche frecciata l'ha riservata pure all'Asl, che «avrebbe dovuto intensificare i controlli, dopo le ripetute segnalazioni». Insomma, per Rosetta Facciolo, che ha ringraziato il pm Cinzia Piccioni ed i Nas per il lavoro che stanno facendo, il canile di Cremona può tornare ad operare, ma serve «un cambio completo di gestione» e di serrature, che da quando è scattato il sequestro disposto dopo le ispezioni dei Nas, sono sempre quelle. Dalla Facciolo un appello all'unità di tutte le associazioni che, in modo disinteressato, si occupano del benessere degli animali che sono autentici amici dell'uomo. Tra gli interventi del pubblico, da segnalare quello di Francarita Catelani (Lav) che già nel 1993, è stata lei a chiarirlo, aveva denunciato la situazione del canile, con carte bollate e tribunale. In sala c'erano alcuni consiglieri comunali, tra questi Carlalberto Ghidotti, Matteo Lodi, e Giacomo Zaffanella. Quest'ultimo è in contatto con il sottosegretario alla salute, Francesca Martini, che ha dato la propria disponibilità a un incontro con la Lega del cane.

LA VICENDA
IL SEQUESTRO

Martedì 3 marzo i carabinieri del Nas sequestrano il Rifugio di via Casello: all'interno trovano le carcasse di 30 cani e 2 gatti
GLI INDAGATI
Maurizio Guerrini e Ketty Nin, presidente e vicepresidente dell'associazione Zoofili Cremonesi che gestisce il rifugio sono indagati per 'uccisione e maltrattamenti di animali' e per 'esercizio abusivo della professione sanitaria'. La veterinaria dell'AsI Michela Butturini, referente del canile, è inquisita per 'omesso controllo'.
L'INCHIESTA
I carabinieri, coordinati dalla procura, stanno indagando sia sul filone relativo alle presunte soppressioni di animali sia sui conti del canile: è sotto sequestro un deposito bancario di 535mila euro

LE INDAGINI
Autopsia sulle carcasse sequestrate

Entro la fine della prossima settimana, intanto, dovrebbero essere eseguite le autopsie sulle carcasse dei trenta cani e dei due gatti trovate in una cella Frigorifera del canile. Vanno avanti anche le verifiche sul conto intestato all'Associazione Zoofili Cremonesi e sequestrato: vi sono depositati 535mila euro.



Il Piccolo
venerdì 13 marzo 2009

Corada risponde alla magistratura con sette punti sull'organizzazione e il funzionamento della struttura
Canile di Cremona: presto un'ispezione del ministero
«Vogliamo la verità»: parla la presidente nazionale della Lega per la difesa del cane, Laura Rossi
di Silvia Galli
Il 16 marzo mi incontrerò personalmente con il sottosegretario al ministero della Salute, onorevole Francesca Martini e parleremo approfonditamente della situazione del canile di Cremona» ha annunciato la presidente nazionale della Lega per la difesa del cane, Laura Rossi. Ieri, nel corso di un tavolo di lavoro a Roma, presso il Ministero, è stata prospettata l'ipotesi che «a Cremona» ha continuato la presidente nazionale «ci potrebbero essere delle ispezioni. Abbiamo portato tutta la documentazione e ne forniremo dell'altra. Noi desideriamo un confronto e una soluzione trasparente da parte anche del Comune di Cremona, soprattutto per quanto riguarda le persone che ad oggi stanno lavorando all'interno del canile e che fanno parte dell'associazione Zoofila Cremonese, di cui presidente e vice sono stati indagati. Una convenzione del genere a nostro avviso va interrotta. E questo non perché noi vogliamo entrare a gestire il canile: è un onere, è faticoso doversi curare degli animali, ne sappiamo qualcosa visto che ne gestiamo tantissimi in giro per l'Italia. Vogliamo solo trasparenza». E ancora; «Finché c'è l'indagine in corso avrebbero dovuto sospendere la convenzione con questa associazione. Non penso che Nas e magistratura si inventino tutto. Nei giorni scorsi abbiamo avuto un incontro con tutte le associazioni animaliste di Cremona: troviamo giusto che si lavori insieme. Vogliamo solo che si trovi una soluzione equa, e vogliamo giustizia. Se davvero è successo qualcosa, sarà la magistratura ad accertarlo con le indagini in corso». Il Comune intanto, sulla custodia del canile, risponde con 7 punti comunicati dal sindaco, Gian Carlo Corada, con una lettera al sostituto procuratore di Cremona, Cinzia Piccioni. «Ho mandato una lettera in Procura» ha confermato il primo cittadino, «riguardante la custodia giudiziale del canile che mi è stata affidata». «Si tratta di mettere al corrente il sostituto procuratore sull'organizzazione e il funzionamento della struttura. Aspettiamo fiduciosi e ribadisco, come ha sottolineato il procuratore l'altro giorno, che il Comune in questa vicenda non ha alcuna responsabilità». Ed ecco i punti su cui opererà il Comune in accordo con l'associazione Zoofila Cremonese e l'AsI di Cremona. «Inibire l'accesso alla struttura alle persone direttamente coinvolte nell'azione giudiziaria in corso, di cui ci sarà data notizia da parte della Procura; attenersi scrupolosamente alle disposizioni contenute nella convenzione in essere per la gestione della struttura con particolare riferimento agli adempimenti a carico del gestore e di cui all'articolo 3». Inoltre: «partecipare a cadenza bisettimanale e ogni qualvolta si ritenga necessario da parte del custode, agli incontri di verifica sull'andamento delle attività e sulle problematiche di funzionamento della struttura; notiziare immediatamente e preventivamente il custode giudiziario in ordine alle necessità di intervento circa l'abbattimento di animali per ragioni sanitarie che dovrà avvenire nello scrupoloso rispetto della normativa in essere». Infine: «Fornire l'elenco dettagliato dei dipendenti e dei volontari attualmente in carico e di quanti ne verranno impiegati da oggi in poi nella struttura: attenersi scrupolosamente alle indicazioni e modalità operative disposte dal servizio veterinario dell'Azienda sanitaria locale di Cremona relazionando sull'adempimento e sulle operazioni svolte, segnalare tempestivamente i casi di ingresso di animali in quanto abbandonati e/o consegnati alla struttura, nonché i casi di richiesta di affidamento corredata di tutti i dati identificativi dei soggetti affidatari dell'animale affidato e dell'evasione della richiesta».

La Procura indaga sul conto corrente dell’associazione Zoofila
Sono tre, finora, le persone indagate per i reati di uccisione di animali, esercizio abusivo della professione medica e omesso controllo nell'inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Cremona che ha portato all'attuale sequestro del canile comunale: si tratta dei due ex responsabili dell'associazione Zoofili Cremonesi, Maurizio Guerrini e Ketti Nin, e della veterinaria dell'AsI Michela Butturini, che avrebbe avuto il compito di vigilare sulla salute e sul benessere degli animali. A confermare ufficialmente il numero degli indagati è la stessa Procura che, però, ha tenuto a sottolineare la sostanziale differenza tra gli indagati in quanto individui e l'apprezzabile lavoro svolto in questi anni dall'associazione, ora presieduta da Federica Aroldi, un sodalizio che ha alle spalle una stona e nel quale prestano opera persone che nulla hanno a che vedere con la vicenda. La Butturini, intanto, si è autosospesa dall'incarico del canile, chiedendo di esserne esonerata. Il direttore di distretto ha accolto la sua richiesta e le sono stati affidati nuovi e diversi incarichi. L'avvocato Maria Laura Quaini, invece, è uscita di scena dalla difesa di Guerrini e della Nin che ora sono assistiti dal solo legale Marco Soldi. Sul perché abbia abbandonato la difesa, la Quaini si è limitata a dire «per problemi di incompatibilità». Le indagini della magistratura, intanto, proseguono: sono in corso di accertamento i rapporti con altri canili della regione Lombardia e anche con quelli di altre regioni d'Italia, mentre a giorni verrà effettuata l'autopsia sulle 32 carcasse di cani, tra le quali 2 di gatti, trovate dagli uomini del Nas all'interno del canile. Ad eccezione di 5 di questi 32 animali, tutti ritrovati nelle celle frigorifere, per gli altri non c'è certezza del motivo della morte. Sempre nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati scatoloni di carte, documenti e anche numerose confezioni di medicinali, tra cui il Tanax, utilizzato per l'eutanasia di animali ormai in fin di vita che, secondo l'accusa, sarebbe stato utilizzato su animali perfettamente sani. La Procura ha confermato anche il sequestro del conto corrente del canile con un saldo ritenuto dagli investigatori «molto alto per un'associazione senza fini di lucro». Bloccati, quindi, i 535mila euro depositati in una banca della città. La Procura di Cremona è ancora al lavoro per cercare di ricostruire nei minimi particolari quanto accaduto, anche se ormai il quadro è piuttosto preciso: in sostanza nel canile di Cremona, secondo l'accusa, si sarebbero verificati abbattimenti di animali non necessari, o comunque al di fuori delle prescrizioni di legge. E sempre secondo l'accusa, così facendo, in una struttura gravata da un eccessivo numero di cani e gatti, si sarebbe liberato spazio per poter accogliere altri animali, incassando la quota, tra i 200 e i 300 euro, che i comuni devono versare.
Sara Pizzorni


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