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Indice

Lettere

Randagismo: la soluzione è sterilizzare - Francarita Catelani

Il randagismo si combatte solo con la sterilizzazione - Francarita Catelani

Cane guida cacciato. Chiara violazione della legge - UnaCremona

Nutrie. La sterilizzazione dei maschi è la soluzione - Francarita Catelani

Gli animali vanno rispettati come tutti gli uomini - Una Cremona

Manifestazione delle donne C’è ancora molto da fare - Giulia Lodigiani

Regione Lombardia. Finalmente soldi pubblici per sterilizzare i randagi - Unacremona

Il canile usi i fondi che già ha per la ristrutturazione - Barbara Nicolini

La lezione animalista del Comune di La Spezia - Francarita Catelani

Vorrei sapere chi guadagna dal traffico tra i Paesi dei cani - Giulia Lodigiani

Trapianti su animali sani. Io contesto il prof. Galli - Francarita Catelani

Gli xenotrapianti hanno rischi a lunga scadenza - Francarita Catelani

L'uomo da sempre sfrutta gli animali anche in guerra - Giulia Lodigiani

È assurdo quell’appello a salvare cani spagnoli - Francarita Catelani

La vivisezione non è certo la vittoria della scienza - UNA Cremona

Xenotrapianti. Il via libera ad Avantea non è un successo - Amministratore del sito www.unacremona.it e responsabile della Comunicazione dell’associazione Una Cremona (Uomo-Natura-Animali)

Strada sud. Non risolve il problema dello smog - Amministratore del sito www.unacremona.it e responsabile della Comunicazione dell’associazione Una Cremona (Uomo-Natura-Animali)

Per ridurre il numero di nutrie la strada è la sterilizzazione - Francarita Catelani

Giusto ‘Tenere pulita la città’ Ma ci sono rifiuti e rifiuti - Associazione Una Uomo-Natura-Animali

Incredibile, per l’Informatore le nutrie sono dei predatori - Giulia Lodigiani

Vivisezione non necessaria a livello sperimentale - Amministratore del sito www.unacremona.it e responsabile della Comunicazione dell’Associazione Una Cremona (Uomo-Natura-Animali) comunicazione@unacremona.it

I politici devono capire che il territorio va protetto - Francarita Catelani

Un decreto Legislativo che favorisce i bracconieri - UnaCremona onlus

Vogliamo metodi etici per contenere le nutrie - Associazione Una Cremona

Parco Tognazzi, le esche avvelenate problema serio - Francarita Catelani

La vivisezione è sempre contraria all'etica - Una Cremona

I rapporti persone-animali e la conoscenza delle leggi - Francarita Catelani

Vivisezione, l'abolizione non risparmia i randagi - Una Cremona

Il gatto Pierino ha il diritto di restare nella "sua" casa - Francarita Catelani

Ribadiamo la condanna alla vivisezione - Associazione Una Cremona

Gli animali al circo proprio non si divertono - Unacremona.it Uomo-Natura-Animali

Torna il circo a Cremona, ma non è arte circense: gli animali non si divertono - Amministratore del sito www.unacremona.it e Responsabile della Comunicazione dell’Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)

Attività ripetitive sugli animali: la Fondazione Avantea - Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)

Dietro la ricerca c'è spesso la vivisezione - Una Cremona





Articoli

Legge sui canili. I timori di Una (18/02/2011)

"Sterilizzare più cani" L'Una scende in campo (17/03/2011)





La Provincia
venerdì 28 gennaio 2011

LA POLEMICA
Randagismo: la soluzione è sterilizzare

Signor direttore,
abbiamo letto l'intervento sul randagismo del consigliere comunale di Sabbioneta Giovanni Fava pubblicato sul suo quotidiano in data 25 gennaio c.a. Noi trasecoliamo di fronte a certe affermazioni gratuite ed inutili che denotano solamente una totale inapplicazione di leggi nazionali e regionali che impongono a tutti i Comuni di occuparsi del dramma del randagismo non solo costruendo canili rifugio o convenzionandosi con quelli esistenti nella zona di competenza (il canile rifugio non deve essere più distante di 30 chilometri), ma anche stanziando almeno il 60% delle entrate che pervengono loro dallo Stato attraverso la Regione per le sterilizzazioni. E' chiaro che se nessuno ha mai preso in considerazione l'intervento di sterilizzare i cani ed i gatti il randagismo non sarà mai ridotto e neppure sconfitto. La nostra associazione — crediamo unica sul territorio — pur non gestendo canili o rifugi per gatti effettua campagne di sensibilizzazione a favore della sterilizzazione con opuscoli e manifesti affissi nelle vie cittadine (il prossimo sarà affisso il 16 febbraio) con la speranza, o forse con l'illusione, di vedere una seria presa di coscienza non solo dei possessori di animali d'affezione, ma anche dei Comuni che, non dimentichiamolo, sono i responsabili dei cani trovati vacanti e devono provvedere loro. Senza una corretta educazione che pare non si possa indirizzare solo ai cittadini ma anche ai consiglieri comunali non arriveremo mai alla reale riduzione del randagismo. Forse i Comuni ignorano che esiste (oltre alla legge nazionale e a quella regionale) una ordinanza ministeriale del 6-8-08 che, all'art. 4, recita: i Comuni sono tenuti ad identificare e registrare in anagrafe canina i cani rinvenuti sul territorio e quelli ospitati nei rifugi e nelle strutture di ricovero convenzionale, il sindaco è responsabile delle procedure di cui al precedente comma, i Comuni dotano la propria polizia locale di almeno un dispositivo di lettura di micro-chip al fine dell'effettuazione dei controlli di prevenzione del randagismo.

Francarita Catelani
(presidente di Una Cremona onlus)

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La Provincia
Mercoledì 9 febbraio 2011

Cane guida cacciato. Chiara violazione della legge

Egregio direttore,
abbiamo appreso purtroppo ancora brutte notizie relative ai cani. Nuovi casi di avvelenamento, una barbarie che sembra ripetersi con frequenza sfruttando la generale omertà di tutti coloro che fingono di non vedere e non denunciano degli assassini senza scrupoli che fanno morire animali tra indicibili sofferenze. Meno grave, ma comunque sintomatico di un non corretto rapporto con gli animali, è il fatto che una persona nonvedente abbia dovuto andarsene da un pubblico esercizio perché con lei era presente il cane-guida. In merito a quest'ultimo caso, l'unico che si può prendere un poco alla leggera, trattandosi di una violazione delle leggi che per fortuna non costa la vita a nessun essere vivente, crediamo possa far riflettere questa semplice storiella: Cane sei il benvenuto. Un uomo scrisse ad un albergo di campagna in Irlanda per chiedere se avrebbe accettato il suo cane. Ricevette la seguente risposta: "Caro signore, lavoro negli alberghi da più di trent'anni. Fino ad oggi non ho mai dovuto chiamare la polizia per cacciare un cane ubriaco nel cuore della notte. Nessun cane ha mai tentato di rifilarmi un assegno a vuoto. Mai un cane ha bruciato le coperte, fumando. Non ho mai trovato un asciugamano dell'albergo nella valigia di un cane. Il suo cane è il benvenuto. Se lui garantisce può venire anche Lei".

Amministratore del sito www.unacremona.it (responsabile della Comunicazione dell'associazione Una Cremona Uomo-Natura-Animali)

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Il Piccolo
venerdì 11 febbraio 2011

Replica.
Il randagismo si combatte solo con la sterilizzazione


Caro direttore,
abbiamo letto la lettera di Stefania Piazzo - nota giornalista de La Padania -pubblicata dal suo giornale il 4 febbraio scorso e ci pare contenga, oltre ad una evidente promozione pre- elettorale, alcune carenze informative. Noi vorremmo che chi promulga leggi ed ordinanze in tema di animalismo dovrebbe parlare di rispetto e diritti animali e non solo di benessere animale; riferirsi a tutti gli animali e non solamente a quelli definiti "di compagnia"; non limitarsi solamente a porre sotto sequestro i canili lager, o presunti tali, senza poi accertarsi su dove e come finiscono gii animali sequestrati; prevedere nelle ordinanze emesse sanzioni a carico degli inadempienti pubblici e privati, essere consapevole che non esistono solo le poche associazioni nominate nella lettera della Piazzo; considerare che il randagismo si combatte efficacemente solo attraverso l'educazione dei cittadini, dei sindaci e delle Asl; sapere che per ridurre il randagismo è inutile deportare randagi da una regione all'altra e da uno Stato all'altro come avviene sistematicamente; considerare che il randagismo si combatte efficacemente solo sterilizzando e promovendo campagne di sterilizzazioni a prezzi agevolati per i privati. La nostra associazione combatte da decenni contro l'indifferenza delle istituzioni e, pur non gestendo canili o colonie feline o gattili, fa campagne informative per promuovere le sterilizzazioni con opuscoli e manifesti affissi (regolarmente a pagamento) sui muri cittadini.

Francarita Catelani
Presidente dell'associazione Una Cremona

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La Provincia
Martedì 15 febbraio 2011

Nutrie. La sterilizzazione dei maschi è la soluzione

Signor direttore,
sfogliando le pagine antiche del quotidiano ci siamo accorti che noi abbiamo iniziato a parlare di nutrie nel 2000 scoprendo che erano in corso abbattimenti con ordinanze sindacali fin dal 1994. Abbiamo inoltrato ricorsi gerarchici a Prefetto e Presidente della Repubblica (ottenendo spesso ragione contro le ordinanze sindacali) ed anche in Procure (che hanno presumibilmente archiviato). Ovviamente non sono emersi casi di zoonosi, zoonosi negata dagli organismi responsabili preposti e reclamizzata in modo pubblicitario da sindaci. Se in tutti questi anni, nonostante la continua spasmodica azione di Comuni e Provincia, non si è ottenuto proprio nulla né uccidendo con fucili né con trappole e successiva rottura delle cervicali a bastonate, ci chiediamo se non sarebbe ora di prendere in considerazione la proposta avanzata da esperti e condivisa da noi, cioè quella della sterilizzazione dei maschi. (...) Per informazione è giusto ricordare che l’Inghilterra, nominata da un lettore, ha visto la morte spontanea di un gran numero di nutrie causata da un inverno particolarmente glaciale. Per ultimo vogliamo precisare come, se non si vogliono sorprese, si dovrebbe avere una particolare cura nel controllo delle importazioni di animali, e di vegetali, per evitare poi di dover spendere denari pubblici per ‘liberarci’ invano da presenze divenute non più commercialmente fruttuose.

Francarita Catelani
(presidente di Una Cremona onlus)

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Il Piccolo
venerdì 18 febbraio 2011

UNACREMONA
Gli animali vanno rispettati come tutti gli uomini


Egregio direttore,
abbiamo appreso purtroppo ancora brutte notizie relative ai cani. Nuovi casi di avvelenamento, una barbarie che sembra ripetersi con frequenza sfruttando la generale omertà di tutti coloro che fingono di non vedere e non denunciano degli assassini senza scrupoli che fanno morire animali tra indicibili sofferenze. Meno grave, ma comunque sintomatico di un non corretto rapporto con gli animali, è il fatto che una persona nonvedente abbia dovuto andarsene da un pubblico esercizio perché con lei era presente il cane-guida. In merito a quest'ultimo caso, l'unico che si può prendere un poco alla leggera, trattandosi di una violazione delle leggi che per fortuna non costa la vita a nessun essere vivente, crediamo possa far riflettere questa semplice storiella: Cane sei il benvenuto. Un uomo scrisse ad un albergo di campagna in Irlanda per chiedere se avrebbe accettato il suo cane. Ricevette la seguente risposta: "Caro signore, lavoro negli alberghi da più di trent'anni. Fino ad oggi non ho mai dovuto chiamare la polizia per cacciare un cane ubriaco nel cuore della notte. Nessun cane ha mai tentato di rifilarmi un assegno a vuoto. Mai un cane ha bruciato le coperte, fumando. Non ho mai trovato un asciugamano dell'albergo nella valigia di un cane. Il suo cane è il benvenuto. Se lui garantisce può venire anche Lei".

Unacremona

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La Provincia
Giovedì 24 febbraio 2011

Manifestazione delle donne C’è ancora molto da fare
Egregio direttore,
ho letto gli interventi a proposito della "manifestazione delle donne" dello scorso 13 febbraio e vorrei soltanto commentare che in piazza a Cremona c'era tanta gente (donne e uomini), sicuramente con posizioni diverse su molte questioni, ma unita per dire che così non si può andare avanti! Personalmente, ho partecipato perché credo che la dignità delle donne sia un valore da difendere... e non soltanto in relazione ad una singola vicenda o ad una singola persona. E quanto scritto da lettori e anche lettrici nei giorni scorsi me l'ha confermato: anche nel 2011 c'è ancora tanta strada da fare!

Giulia Lodigiani
(Grontardo)

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Il Piccolo
venerdì 18 marzo 2011

Regione Lombardia. Finalmente soldi pubblici per sterilizzare i randagi

Egregio Direttore,
abbiamo appreso da un articolo del "Il Giornale" (disponibile alla pagina: http://www.retelombardasalute.com/2011/01/lotta-al-randagismo-finanziamento-della.html) che la Regione Lombardia ha stanziato sei milioni di euro per sterilizzare i cani, avendo finalmente compreso e riconosciuto che il randagismo si sta trasformando in 'emergenza' anche nella nostra regione e che l'unico modo sicuro per ridurre il numero di randagi e di cani nei canili è la sterilizzazione. La legge sul randagismo (n. 281/1991) prevede la sterilizzazione da parte di Asl e Comuni dei cani randagi o ricoverati nei canili e da oltre vent'anni la nostra associazione, oltre a chiedere che venga applicata la norma, chiede anche vengano concesse agevolazioni ai padroni meno abbienti e che ci sia un impegno degli enti locali e, perché no, anche dei mezzi di comunicazione per la sensibilizzazione in merito. Da parte nostra, in aggiunta alla consueta informazione proposta ai proprietari di animali (anche attraverso la diffusione di volantini), abbiamo scelto di realizzare, grazie ai soldi pervenuti attraverso il "cinque per mille", dei nuovi manifesti da far affiggere periodicamente in città in cui si invita a sterilizzare i propri animali.

Unacremona

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La Provincia
mercoledì 30 marzo 2011

Il canile usi i fondi che già ha per la ristrutturazione

Gentile direttore,
mi permetto di fare una precisazione ad una Sua risposta ad una lettera pubblicata venerdì 25 marzo sul canile di Cremona. Sì, è vero, i 535mila euro sequestrati dalla procura di Cremona appartengono all'Associazione zoofili cremonese (associazione senza scopo di lucro!), però come si può evincere da dichiarazioni dell’assessore Carlo Del Ponte, in un articolo apparso su un giornale locale in data 17 marzo 2009, i soldi sono tutti di provenienza pubblica (cioè tasse dei cittadini). L'assessore affermava: «Le motivazioni della scelta di affidare in modo diretto la gestione del rifugio all'Azc sono molteplici e basate sull'esperienza maturata dall'associazione in trent'anni di attività a favore degli animali all'interno del canile senza l'esistenza di un rapporto formale. I rapporti sono stati regolamentati con una prima convenzione quinquennale 2000/2004. L'attuale convenzione invece risale al 2006 e terminerà il 31/12/2015. Per la gestione è previsto il pagamento di un importo forfettario annuo di 153mila euro». L'Azc ha effettuato lavori di manutenzione straordinaria e il Comune ha contribuito con una somma di 50mila euro. Oltre ai soldi del Comune, l'Azc ha ricevuto dall'Asl 65 euro forfettari per cane randagio catturato nell'anno fino ad un massimo di 19.500 euro. I 36 comuni cremonesi convenzionati versano all'associazione una somma calcolata applicando l'onere di 0,70 euro ad abitante per il numero totale degli abitanti. Si potrebbero utilizzare questi fondi per la riqualificazione della struttura di via Casello senza chiedere ulteriore esborso (anche se volontario) alla cittadinanza, dato che (nel 2009) era stata l'associazione stessa a dichiarare che i fondi accantonati sarebbero serviti per "rifare" il canile.

Barbara Nicolini
(Seniga) "Articolo di risposta": Rifugio del cane senza più sigilli

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La Provincia
Sabato 2 aprile 2011

La lezione animalista del Comune di La Spezia

Signor direttore,
dopo aver appreso che il Comune di La Spezia all'unanimità ha approvato una mozione che si propone di impedire l'insediamento in città di laboratori ove si attua la sperimentazione animale ed intende predisporre un programma di informazione nelle scuole impegnandosi, inoltre, a farsi promotore con il governo italiano affinché la direttiva europea sulla vivisezione sia recepita nel modo più restrittivo possibile, ci viene spontaneo fare un paragone con quanto avviene a Cremona. Nella nostra città si canta di gioia e si forniscono mezzi economici ad un laboratorio che effettua la vivisezione anche per i cosmetici (!) e nessuna delle associazioni presenti che pure si definiscono contrarie alla vivisezione ha avuto nulla da eccepire... lasciandoci soli nella protesta inascoltata. Ci auguriamo che l'esempio proveniente da La Spezia sia imitato e che molti, moltissimi Comuni decidano di non consentire l'insediamento di laboratori di vivisezione e di allevamenti di animali destinati alla vivisezione sul loro territorio e che applichino alla lettera le poche leggi vigenti per far chiudere quelli esistenti (come Green Hill di Montichiari ove sono rinchiusi 2.700 cani beagle che non vedono mai la luce del sole).

Francarita Catelani
(Una Cremona onlus)

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La Provincia
Domenica 3 aprile 2011

Vorrei sapere chi guadagna dal traffico tra i Paesi dei cani

Egregio direttore,
i nostri canili sono pieni di animali, nascono continuamente nuovi gruppi che si propongono l'obiettivo di trovare casa agli animali ricorrendo ad internet e ai social network, ma magari dimenticando gli adempimenti di legge (microchip, registrazione in anagrafe, vaccinazioni) e che si appoggiano a stalli e staffette (con continui temporanei passaggi di un animale tra persone diverse, spesso senza nemmeno la certezza di una adozione... e difatti questi cani finiscono anche nei canili!) spostando freneticamente gli animali tra le varie regioni invece di operare sul territorio con sterilizzazioni e politiche per favorire adozioni (responsabili, serie e durature). Ebbene, in una simile situazione si vanno anche a prendere animali in altri Stati per farli "adottare" (spesso con le stesse dimenticanze), ma contemporaneamente vengono anche mandati centinaia di animali, randagi e di canile, all'estero soprattutto in Paesi nord-europei sempre per farli adottare. O almeno questa è la versione ufficiale, perché poi i cani finiscono in canili (dove vengono anche uccisi, perché già pieni di animali "locali"), oppure più semplicemente scompaiono e i rari e difficili controlli post adozione non li trovano dove dovrebbero essere. Per me è evidente che qualche cosa non funziona: perché vengono portati in Italia cani da altri Paesi, quando i nostri poi partono? Cosa c'è davvero dietro a questi "arrivi e partenze" di animali? Chi trae vantaggi da questo traffico di esseri viventi?

Giulia Lodigiani
(Grontardo)

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La Provincia
domenica 17 aprile 2011

IL CASO
Trapianti su animali sani Io contesto il prof. Galli


Signor direttore,
a volte ci capita di leggere strane affermazioni negli articoli pubblicati sul suo quotidiano. Ad esempio mercoledì 13 c.m. abbiamo appreso dal prof. Galli Avantea che usano «gli animali non a scopo di ricerca, ma con l’obiettivo di sostituire organi malati con altri sani costruiti in laboratorio». Peccato che il tutto avvenga su maiali, animali presumibilmente sani che non necessitano affatto di alcun trapianto di organi. Abbiamo altresì appreso, sempre dal prof. Galli, che «le modificazioni genetiche non provocano alcuna sofferenza agli animali e la sperimentazione non si identifica con la vivisezione». Durante le varie sperimentazioni vi è sempre un prima, un durante ed un dopo: il prima è la reclusione in stabulari; il durante è la sperimentazione vera e propria che, anche se effettuata in anestesia come speriamo avvenga con i trapianti di organi, presuppone un risveglio, ossia il dopo con i dolori annessi e connessi che tutti coloro che hanno subìto operazioni necessarie ben ricordano. La contestazione marcata al progetto di legge regionale n. 0086 riportata in finale dell’articolo ci rallegra poiché pare che il progetto abbia colpito nel segno. Per noi è un progetto di legge stupendo che vieta l’allevamento e la detenzione di animali a fine di sperimentazione ed il loro utilizzo a scopo didattico promuovendo la diffusione di metodologie sperimentali moderne ed innovative che non facciano ricorso all’uso di animali. Il fatto, per finire, che il maiale sia scelto perché ha una complessità genetica ed anatomica simili a quelle dell’uomo non sappiamo se sia da considerarsi una offesa per l’uomo o per il maiale.

Franca Catelani
(presidente Una Cremona Onlus)

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La Provincia
giovedì 21 aprile 2011

Gli xenotrapianti hanno rischi a lunga scadenza

Signor Direttore,
ringraziamo per aver comunque pubblicato il 17 c.m. la nostra protesta rivolta all'allevamento di suini transenici effettuata da Avantea, pur con l'appunto contestativo finale che Lei ha deciso di inserire. Noi non siamo sentimentali e non fasciamo parte delle schiera protettiva specista, ma cerchiamo sempre di avere una visione olistica della vita e delle conseguenze decisionali umane che possono stravolgere il normale decorso vitale del Pianeta Terra. La nostra associazione ha istituito il Premio Pietro Croce per premiare, appunto, i ricercatori che non fanno uso di animali nelle loro ricerche, ma che impiegano mezzi e strumenti veramente scientifici. Gli xenotrapianti presentano rischi reali anche a lunga scadenza per i trapiantati (rigetto dell'organo immesso, invecchiamento del medesimo, trasmissione di virus animali, ecc.), oltre a problemi di ordine etico e morale e di stravolgimento delle normali indispensabili barriere che distinguono e devono distinguere i vari esseri viventi che, pur avendo tutti uguali diritto ad una vita dignitosa, non sono uguali fra di loro e mai lo saranno. Per informazione alleghiamo alcuni link che possono confermare come i nostri dubbi siano reali e condivisi.

Francarita Catelani
(presidente di Unacremona onlus)

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La Provincia
giovedì 28 aprile 2011

IL CASO
L'uomo da sempre sfrutta gli animali anche in guerra


Egregio Direttore,
vorrei prendere spunto dalla manifestazione che ha avuto luogo nel fine settimana scorso a Crema riguardante l’impiego dei cani in guerra per ricordare che purtroppo l’uomo ha da sempre sfruttato nella guerra, una delle più grandi crudeltà umane, gli animali. Non solo i cani di cui si è parlato in quella occasione, ma anche animali usati per il trasporto di uomini e mezzi (cavalli, asini, muli... elefanti, cammelli). Purtroppo anche ora che siamo nel XXI secolo non solo le guerre continuano, ma le vittime animali aumentano: per “scopi bellici” si fa vivisezione (le armi sono provate prima su di loro; animali vengono fatti esplodere per l’illusione di poter capire come curare i feriti umani); animali sono usati come kamikaze (dalla guerra americana in Vietnam in poi); sono addestrati per scoprire esplosivi (oltre ai cani, topi, api, otarie per esempio) o mandati in guerra (animali paracadutati tra il nemico, ad esempio). L’uomo è sicuramente l’animale più crudele che vi sia, perché non solo ammazza i propri simili, ma sfrutta anche altri esseri per farlo! Agli animali viene imposto di non seguire i propri istinti e di compiere comportamenti contrari alle abitudini della propria specie e poi, senza che possa per loro esserci possibilità di scelta, vengono mandati a rischiare la vita e a morire. Per quelli fortunati che sopravvivono, oltre ai problemi derivanti dai traumi fisici e psicologici, spesso vi è quello del “pensionamento”: i cani possono anche finire in canile, mentre cavalli, asini e altri finiscono direttamente al macello.

Giulia Lodigiani
(Grontardo - Cremona)

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La Provincia
Sabato 7 maggio 2011

È assurdo quell’appello a salvare cani spagnoli

Egregio direttore,
abbiamo letto l'articolo pubblicato il 3 maggio dal titolo "Salva un cane spagnolo" che, indipendentemente dalla provenienza di questa iniziativa matrimoniale, incoraggia emotivamente all'azione presentando foto di cani che non sono e non possono essere spagnoli (o di altra nazionalità). L'importazione di cani richiede, infatti, norme precise e certificati sanitari che i cani presentati dalle foto non possono certamente avere essendo vistosamente affetti da patologie. Inoltre dette foto circolano in tutti i siti web da anni, sempre le stesse, e sono attribuite di volta in volta a questo o a quel canile italiano o straniero allo scopo di incoraggiare donazioni per "salvare" questi animali che spesso sono morti da decenni. Noi vorremmo che i giornali prestassero maggiore attenzione alle notizie che pubblicano e che avessero l'accortezza di informarsi presso coloro che sono informati prima di lanciare appelli anche assurdi come quest'ultimo.

Francarita Catelani
(presidente dell'associazione di volontariato Una Cremona onlus)

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Il Piccolo
venerdì 20 maggio 2011

PUNTO DI VISTA
La vivisezione non è certo la vittoria della scienza


Signor direttore,
l'associazione Una Cremona non ritiene che l'autorizzazione concessa dal Consiglio superiore di Sanità al centro cremonese "Avantea" di allevare maiali transgenici per esperimenti di vivisezione e per xenotrapianti (su altri animali e in prospettiva anche sull'uomo) sia una "vittoria della scienza e della ricerca" intese in senso assoluto, ma anzi va inserita nel filone dell'antiquato paradigma della vivisezione, il cui errore metodologico è da tempo denunciato nella comunità scientifica [...] Il progresso delle conoscenze scientifiche non può che venire da un metodo di ricerca predittivo per l'uomo: non la vivisezione, bensì tutti i metodi sostitutivi che non fanno uso di animali, ma di cellule e tessuti umani, nonché di enzimi.

Associazione Una Cremona

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La Provincia
Lunedì 23 maggio 2011

Xenotrapianti. Il via libera ad Avantea non è un successo

Egregio direttore,
l’Associazione Una Cremona (Uomo-Natura-Animali) non ritiene che l’autorizzazione concessa dal Consiglio Superiore di Sanità al centro cremonese “Avantea” di allevare maiali transgenici per esperimenti di vivisezione e per xenotrapianti (su altri animali e in prospettiva anche sull’uomo) sia una “vittoria della Scienza e della Ricerca” intese in senso assoluto, ma anzi vada inserita nel filone dell’antiquato paradigma della vivisezione, il cui errore metodologico è da tempo denunciato nella comunità scientifica. (...) Il 17 maggio lo stesso giorno dell’autorizzazione, a Roma in una conferenza patrocinata dal ministero della Salute veniva consegnato per il quarto anno un premio dedicato alla ricerca senza animali istituito dalle associazioni Equivita ed Una e intitolato a Pietro Croce, famoso medico e padre dell’antivivisezionismo scientifico italiano. Il progresso delle conoscenze scientifiche non può che venire da un metodo di ricerca predittivo per l’uomo.

Amministratore del sito www.unacremona.it e responsabile della Comunicazione dell’associazione Una Cremona (Uomo-Natura-Animali)
comunicazione@unacremona.it

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La Provincia
martedì 7 giugno 2011

Strada sud. Non risolve il problema dello smog

Egregio direttore,
abbiamo appreso della approvazione in Giunta del progetto preliminare della “Strada sud”, cui la nostra associazione è contraria. L’attuale situazione di via del Giordano non è sicuramente sostenibile, ma la soluzione non può stare nella costruzione di una nuova strada: il problema dell’inquinamento si sposterebbe soltanto, e anche di poco, considerando che la strada passerebbe dietro alle stesse case ora ‘assediate’ dal traffico. E’ sicuramente facile richiedere un progetto, approvarlo e dare così il via libera alla costruzione di una strada, ma non è questo che serve ad una città come Cremona già inquinata, con già un elevato numero di tumori (non solo negli uomini, ma anche negli animali e nelle piante) dovuti anche all’inquinamento, già circondata dalla tangenziale che può essere agevolmente utilizzata anche per il percorso ovest-est. E’ sicuramente più difficile ripensare l’intera mobilità della città, pretendendo dai trasporti pubblici locali un servizio ‘a misura di cittadino’, promuovere l’utilizzo della bicicletta che non è affatto difficile o impensabile a Cremona, date la sua dimensione e la sua conformazione urbanistica; le amministrazioni di altre città (anche ben più grandi e popolose della nostra), in Italia e in Europa, hanno raggiunto importanti risultati in merito. Sarebbe un vantaggio enorme per Cremona avere finalmente delle azioni volte a contrastare l’inquinamento, a salvaguardare la salute delle generazioni attuali e future di uomini e animali e a preservare il territorio e la sua flora. Chiediamo che nel necessario aggiornamento dei dati relativi al volume di traffico (quelli ora in possesso del comune risalgono al 2005!) venga presa in considerazione anche la ‘destinazione’ dei veicoli, per capire se veramente una strada che allunga il tragitto anche solo verso l’ospedale potrebbe essere percorsa in alternativa.

Amministratore del sito www.unacremona.it e Responsabile della Comunicazione dell’Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)
(comunicazione@unacremona.it)

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La Provincia
Domenica 26 giugno 2011

Per ridurre il numero di nutrie la strada è la sterilizzazione

Signor direttore,
in primis ringrazio il sindaco di Persico Dosimo Monica Zelioli per la responsabile pacatezza che ha dimostrato nei confronti delle richieste di interventi abnormi che, effettivamente, non le competono in quanto, come Lei stessa conferma, non esiste alcun problema sanitario da affrontare per la presenza di nutrie sul territorio. Da troppi anni le nutrie vengono vanamente abbattute con ogni mezzo senza per questo vederne diminuire il numero: dimostrazione incontestabile dell’inefficacia di questo metodo, come da noi sempre sostenuto. L’agricoltore che si è sfogato con la lettera del giorno 23 giugno ha solo dimostrato di non conoscere la legge e ci auguriamo che se ne renda conto per non trovarsi denunciato per caccia di frodo (la nutria non è animale cacciabile) e per procurata morte di un animale. Se dal 1994 gli abbattimenti non hanno risolto il problema nutrie sarebbe ora che venissero accolte le proposte di esperti che hanno affermato come sia possibile ridurne il numero con la sterilizzazione dei soggetti riproduttori che, reimmessi nel loro territorio, lo difendono dall’intromissione di individui fertili e riducono il tasso riproduttivo della colonia. (...)

Francarita Catelani
(presidente di Una Cremona onlus)

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La Provincia
Lunedì 27 giugno 2011

Giusto ‘Tenere pulita la città’ Ma ci sono rifiuti e rifiuti

Egregio direttore,
una sola considerazione in merito alla nuova campagna del Comune ‘Aiutaci a tenere pulita la città’: una deiezione canina inquina il doppio di mozziconi di sigaretta con filtro e di bottiglie (magari frantumate), lattine e cartacce e la metà di un rifiuto ingombrante?

Associazione Una Uomo-Natura-Animali
(Cremona)

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La Provincia
Mercoledì 6 luglio 2011

Incredibile, per l’Informatore le nutrie sono dei predatori

Egregio direttore,
non posso credere a quanto ho letto su “L’Informatore”, l’organo di stampa dell’Amministrazione provinciale: secondo loro le nutrie sarebbero predatori che si cibano di carne e pesce! Si tratta, invece, di animali esclusivamente vegetariani e che non sono predatori, ma anzi ‘predati’ e lo potrebbero essere anche qui da noi, se soltanto l’uomo non eliminasse volpi, aironi e altri animali attraverso la caccia, ossia ammazzandoli esattamente come poi si pretende di fare, insensatamente, con le stesse nutrie! Possibile che si debba sempre ricorrere al metodo più crudele e inutile, l’uccisione, quando invece ci sarebbero concrete possibilità di limitarne il numero con la sterilizzazione? Perché quest’ultima soluzione non viene mai presa in considerazione dalla nostra amministrazione provinciale (se non a livello di dibattito negli organi collegiali, senza poi esiti concreti), nonostante sia del tutto fattibile?

Giulia Lodigiani
(Grontardo)

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La Provincia
Martedì 19 luglio 2011

Vivisezione non necessaria a livello sperimentale

Egregio direttore,
leggiamo molto di frequente, soprattutto negli ultimi tempi in cui è stata presentata una proposta di legge in regione Lombardia per vietare gli allevamenti di animali per i laboratori di vivisezione, interventi di scienziati più o meno noti che asseriscono l’assoluta necessità di quella che loro chiamano ‘sperimentazione animale’, un nome decisamente più ‘asettico’ rispetto a vivisezione, ma che non cambia la sostanza degli esperimenti e quindi della sofferenza fisica e psichica nonché della morte degli animali nei laboratori. La vivisezione non è affatto necessaria a livello sperimentale, come dimostra l’esistenza di numerosi metodi senza uso di animali che sono studiati, validati ed utilizzati a livello nazionale, europeo e internazionale: essi sono le solide fondamenta di quel nuovo paradigma scientifico che finalmente non è più insensibile alle istanze etiche e alle evidenze scientifiche, riguardanti non solo l’uso di animali ma anche i rischi che possono derivare alla salute umana dallo sperimentare cure e utilizzare dati che siano frutto di una pratica non predittiva, non scientifica e metodologicamente errata quale è la vivisezione. Vogliamo anche ricordare che comunque dopo la fase dei test su animale vi è sempre quella su cavie umane: persone sane che lo fanno per denaro e malati che talvolta lo sono inconsapevolmente... Se la vivisezione rimane ‘necessaria’ a livello legislativo è solo perché non si vuole accettare la crisi del metodo vivisettorio, rimandando al futuro l’unica scelta possibile per un vero progresso: l’abbandono e l’abolizione della vivisezione.

Amministratore del sito www.unacremona.it e responsabile della Comunicazione dell’Associazione Una Cremona (Uomo-Natura-Animali) comunicazione@unacremona.it

Pubblicato anche su CremonaOnLine: Vivisezione: c'è chi continua. Le alternative ci sono (15/07/2011)

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La Provincia
Mercoledì 27 luglio 2011

I politici devono capire che il territorio va protetto

Egregio direttore,
abbiamo letto, sia pure in ritardo di qualche giorno, sia i complimenti che Le ha indirizzato il sig. Simone Verdi per quanto da Lei scritto sulla Strada Sud che le Sue risposte sulla cava di amianto di Cappella Cantone e... Le facciamo tutte le nostre congratulazioni più sincere. Speriamo che anche i politici si rendano conto che il territorio deve essere protetto e difeso poiché è l'unico che abbiamo e non possiamo continuare a invaderlo di scorie, di asfalto e di cemento. Grazie ancora e cordiali saluti

Francarita Catelani
(Una Cremona onlus)

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Il Piccolo
venerdì 5 agosto

Un decreto Legislativo che favorisce i bracconieri

E' stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n. 277 del 1.8.11) il Decreto Legislativo 121 del 7-7-11 che aggiunge due articoli al codice penale: art. 727 bis e 733 bis che dovrebbero punire coloro che uccidono, catturano, detengono e distruggono animali selvatici appartenenti a specie protette SALVO in cui l'azione riguardi una quantità trascurabile di tali esemplari ed abbia un impatto trascurabile sullo stato di conservazione della specie e coloro che distruggono un habitat all'interno di un sito protetto o lo deteriorano compromettendone la conservazione. Viene in questo modo instaurato il concetto di non punibilità se si uccide, detiene, cattura una quantità di animali definita "trascurabile" e se tale uccisione non mette a rischio la sopravvivenza della specie. Per la distruzione o il deterioramento di un habitat sono previste sanzioni inferiori a quelle a carico di coloro che danneggiano un edificio pubblico. Il Decreto entrerà in vigore il 16 agosto: i bracconieri e gli speculatori ringrazieranno.

Una Cremona onlus

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La Provincia
Venerdì 5 agosto 2011

Vogliamo metodi etici per contenere le nutrie

Egregio direttore,
la specie umana sta diventando sempre più incapace di convivere con le altre specie animali! Ci riferiamo, in particolare, ai gravi casi di avvelenamento di cani ai Giardini pubblici e sugli argini di Po a Cremona, segno di una recrudescenza dell’intolleranza e di inaudita crudeltà, e alla ‘guerra’ che di fatto è stata dichiarata alle nutrie. In merito a queste ultime, vorremmo precisare, rispetto alla posizione espressa dal deputato Pizzetti, che se è vero che vengono in parte ammessi gli errori insiti nel ricorso all’abbattimento, non leggiamo proposte concrete di cambiamento, se non forse una diversa competenza, da provinciale (per delega regionale) a statale! Tuttavia, è il sistema che va cambiato: se i risultati non si vedono è proprio a causa del ricorso ad un metodo errato: non si può chiedere l’impossibile e aspettarsi di ottenerlo! Per quanto riguarda la posizione dell’Iucn (Unione mondiale per la conservazione della natura), la lista rossa delle specie minacciate segnala per la terza volta la popolazione di Myocastor coypus (nutria) in decremento a livello mondiale e non più nociva. Purtroppo, i metodi etici di limitazione della popolazione rimangono sempre al semplice livello di proposta (...).

Associazione Una Cremona

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La Provincia
lunedì 15 agosto 2011

Parco Tognazzi, le esche avvelenate problema serio

Signor direttore,
rispondo all'accorato appello della signora Gloria Baldini che denuncia la presenza nel parco Tognazzi di esche avvelenate per topi e rispondo anche al suo commento finale. Purtroppo tutti e due avete espresso una visione parziale sull'argomento ignorando che, oltre ai topi e ai cani, esistono (spero ancora) altri esseri viventi in detto parco, esseri viventi che in un modo o nell'altro possono venire avvelenati e avvelenare altri. La catena alimentare che ci hanno insegnato a scuola provvedere alla diffusione del veleno che tale rimane e non si volatilizza nel nulla: il topo mangia l'esca ma prima di morire viene mangiato dal gatto, il gatto sta male lentamente e muore, gli uccelli beccano le carcasse che trovano e via di seguito. Tanti anni fa mio figlio alle elementari aveva studiato una poesia che iniziava dicendo: ‘un contadino un poco ignorante mise il veleno sopra le piante, dodici grilli, la cosa è accertata, fecero merenda con l'insalata’... e finisce con ’chi ci lascia le penne è il biancone che con le serpi ci fa colazione’.

Francarita Catelani
(presidente di Una Cremona)

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Il Piccolo
venerdì 16 settembre 2011

La vivisezione è sempre contraria all'etica

Egregio direttore,
Abbiamo appreso che una scienziata cremonese, ricercatrice negli Stati Uniti, presenterà il proprio studio relativo ad un farmaco contro l’Alzheimer studiato sui ratti ad un convegno organizzato dalla Fondazione Umberto Veronesi. Ci chiediamo come possa colui che dà il proprio nome a questa istituzione proclamarsi amante degli animali, difensore dei loro diritti, e promuovere poi, tra l’altro non soltanto in questo caso, una delle pratiche più abiette, crudeli, scientificamente non valide e non predittive: la vivisezione! Nessun animale può essere, dal punto di vista scientifico, un ‘modello’ per un individuo di qualsiasi altra specie, compresa quella umana: si tratta di un errore metodologico. Uno scienziato deve saperlo. La vivisezione è contraria all’etica perché prevede sofferenze prima e dopo gli esperimenti, oltre al fatto che l’animale viene considerato come ‘oggetto’ e non come ‘soggetto di diritti’. Un animalista lo sa.

Una Cremona

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La Provincia
lunedì 10 ottobre 2011

I rapporti persone-animali e la conoscenza delle leggi

Signor direttore,
che dire? Si leggono notizie sconfortanti da diversi punti di vista, notizie che mostrano come la convivenza pacifica fra persone ed animali sia scaduta a limiti intollerabili e come la politica sia esercitata in modo che si potrebbe definire molto superficiale ed incompetente. Pare che quasi nessuno sia in grado di cercare almeno di conoscere le varie leggi che tutti dovrebbero osservare e la cosa grave è che proprio coloro che dovrebbero applicarle e farle applicare sono fra i primi che le ignorano. Così abbiamo un sindaco che produce un regolamento comunale che impedisce la detenzione di più di 2 cani basandosi su delle linee guida sanitarie regionali obsolere che riguardano gli allevamenti ed ignorando la presenza di leggi e di regolamenti regionali che dicono ben altro. Ma stranamente detto sindaco non si è preoccupato di accerare la legittima e corretta detenzione dei 5 cani e si limita ad ordinare la rimozione di 3 di essi. Abbiamo il continuo posizionamento di gabbie trappola fornite dalla Provincia e mai nessuno ha constatato come in dette gabbie possono finire animali di ogni tipo, compresi quelli domestici, gabbie che spesso rimangono incustodite per diverso tempo e nelle quali si ritrovano solo animali morti di fame e di sete, oltre che di paura. Rischiamo di vedere vanificato il lavoro di Cascina Stella - unico luogo nel quale vengono accuditi animali selvatici trovati feriti o in difficoltà - grazie alla decizione di assessori e dirigenti provinciali. Per fortuna alcuni lettori insorgono e protestano.

Francarita Catelani
(presidente dell'associazione di volontariato Una Cremona)

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Il Piccolo
Venerdì 28 ottobre 2011

Legge sotto accusa.
Vivisezione, l'abolizione non risparmia i randagi


Egregio direttore,
è stato approvato in Commissione Affari Sociali alla Camera un emendamento al disegno di legge di recepimento della Direttiva europea n. 63 del settembre 2010 in materia di vivisezione. Da più parti, anche in seguito a dichiarazioni del ministro Brambilla, la notizia è stata accolta con un’ondata di trionfalismo: vivisezione abolita e allevamenti di cani e gatti destinati alla vivisezione vietati. Assolutamente non è così! Non solo perché l’iter non è ancora concluso, ma anche per il contenuto stesso dell’emendamento. Innanzitutto, ci ha colpito la totale assenza da questo emendamento di una questione molto importante, quella dei cani e dei gatti randagi che, secondo la Direttiva Europea, possono essere utilizzati nella vivisezione. Per loro, quindi, non vi sarebbe nessuna tutela, anzi con le (poche) limitazioni agli allevamenti di animali per i laboratori, potrebbero essere proprio i randagi a subire la vivisezione che questo emendamento non limita e non rifiuta. Non solo, ma le uniche specie di cui si occupa sono i primati, i cani e i gatti; tutte le altre numerose specie utilizzate nella vivisezione non vengono nemmeno prese in considerazione! La proposta si basa sulle cosiddette “3R” (comma a), ossia sulle linee guida elaborate da vivisettori inglesi negli anni ’50, che prevedono di “raffinare” (ossia cercare di limitare il dolore), “ridurre” e “rimpiazzare” gli esperimenti, ma le statistiche indicano da allora un continuo aumento di animali vivisezionati. Il divieto di sperimentazione su scimmie antropomorfe, cani, gatti e specie in via di estinzione (comma b) ha eccezioni riguardanti obblighi nazionali o internazionali di effettuare esperimenti e le ricerche finalizzate alla salute dell’uomo o delle specie coinvolte, casi nei quali la vivisezione è ammessa. Anche il divieto di allevamento di primati, cani e gatti sul territorio nazionale (comma c) sembra debba interpretarsi in senso ristretto in quanto, facendo riferimento al comma b, pare che qualora gli animali siano destinati a esperimenti permessi dalle eccezioni precedenti possano continuare ad essere allevati. L’assicurazione di una “misura normativa sufficientemente cautelare nei confronti degli animali geneticamente modificati” (comma d) non ci soddisfa affatto, e non solo perché quello che noi chiediamo non è una condizione migliore, ma l’abolizione della vivisezione! Gli animali geneticamente modificati vengono creati appositamente per la vivisezione e ciò non può che avere ripercussioni sul ‘benessere’ degli animali (unico aspetto che sembra interessare ai legislatori, mentre di rispetto e di diritti di questi animali non si parla affatto!). Il divieto di utilizzare animali “negli ambiti sperimentali di esercitazioni didattiche” (comma e) probabilmente cambierà poco la situazione: da un lato, è prevista l’eccezione dell’alta formazione dei medici e dei veterinari, che potranno continuare con i loro numerosi esperimenti; dall’altro, potrebbe esserci il rischio di una interpretazione che permetta ancora anche esperimenti su animali nelle università e nelle scuole, se non considerate di “ambito sperimentale”, ossia se, come spesso accade, si ripetono esperimenti già condotti. Le stesse considerazioni valgono anche per gli esperimenti bellici. Il divieto di esperimenti senza anestesia o analgesia ha un’eccezione non indifferente, ossia “qualora provochino dolore all’animale”, condizione non sempre di fatto riscontrabile, oltre al fatto che dovrebbe essere rilevata dagli stessi sperimentatori. Quello che noi chiediamo non sono gabbie più grandi o condizioni migliori, ma bensì niente gabbie e abolizione della vivisezione per motivi etici e scientifici.

Una Cremona

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La Provincia
Martedì 15 novembre 2011

Il gatto Pierino ha il diritto di restare nella "sua" casa

Egregio direttore,
abbiamo letto con stupore l'articolo riguardante il gatto Pierino che osa anche entrare negli uffici del Comando polizia municipale da ben tre anni, ossia da quando è apparso in cortile magrissimo, randagio ed affamato. La legge regionale, la n. 33 del 2009 all'art. 111 ribadisce la protezione dei gatti ed il loro diritto di vivere nel loro habitat. Pierino è accudito, sterilizzato, vaccinato, sfamato e amato dalla maggioranza dei vigili urbani, quindi è un gatto libero che non deve essere spostato se non per gravi motivi sanitari accertati dalla Asl. Il problema Pierino è nato da quando un dipendente pretende di andare in ufficio con il suo cane e sostiene che il gatto da fastidio al suo cane. Noi tutti speriamo che il nuovo comandante, in sintonia con quanto deciso dal suo predecessore, lasci vivere in pace Pierino per la felicità del gatto medesimo e di tutti i suoi sottoposti che lo amano.

Francarita Catelani
(Una Cremona onlus)

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Il Piccolo
venerdì 18 novembre 2011

UNA CREMONA
Ribadiamo la condanna alla vivisezione


Egregio direttore,
Cremona, il prossimo 18 novembre, ospiterà una conferenza riguardante le biotecnologie applicate al campo zootecnico e biomedico, organizzata dalla Fondazione Avantea. Accanto alle perplessità in merito alla dichiarazione dell’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale, ci preme evidenziare come le ricerche condotte e programmate dagli scienziati che ne sono membri saranno svolte su animali e saranno attività ripetute e ripetitive già effettuate da molti altri in Italia e nel mondo. Tra i relatori, vi sarà chi si occupa di clonazione, di ricerca su embrioni e ovociti animali... Queste ricerche sono condotte ufficialmente per trovare applicazione sull’uomo, ma nella maggior parte dei casi perseverando nel ricorso alla vivisezione, metodo non scientifico e non predittivo perché basato sull’errore metodologico di ritenere l’animale possibile modello per l’uomo... esperienze del passato hanno confermato i nostri dubbi angosciosi.

Associazione Una Cremona

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La Provincia
venerdì 2 dicembre 2011

Gli animali al circo proprio non si divertono

Egregio direttore,
ancora una volta torna a Cremona in questi giorni un circo con animali e chi, come noi, rispetta ogni essere vivente non può che criticare un'attività che fa uso di animali, privati della loro libertà in quanto rinchiusi in gabbie, costretti a comportamenti per loro innaturali, stressati dai lunghi viaggi e dalla vita indegna di essere chiamata tale alla quale sono costretti, sofferenti psicologicamente a causa di ciò e spesso anche fisicamente per i metodi di "addestramento" usati. L'arte circense è tale soltanto se non coinvolge animali: gli animali al circo non si divertono!

Unacremona.it
Uomo-Natura-Animali

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Pubblicata su: Il Vascello

Intervento critico dell'Associazione, Uomo - Natura- Animali
Attività ripetitive sugli animali: la Fondazione Avantea


Caro Direttore,
Cremona, il prossimo 18 novembre, ospiterà una conferenza riguardante le biotecnologie applicate al campo zootecnico e biomedico, organizzata dalla Fondazione Avantea. Accanto alle perplessità in merito alla dichiarazione dell’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale, ci preme evidenziare come le ricerche condotte e programmate dagli scienziati che ne sono membri saranno svolte su animali e saranno attività ripetute e ripetitive già effettuate da molti altri in Italia e nel mondo. Tra i relatori, vi sarà chi si occupa di clonazione, di ricerca su embrioni e ovociti animali... Queste ricerche sono condotte ufficialmente per trovare applicazione sull’uomo, ma nella maggior parte dei casi perseverando nel ricorso alla vivisezione, metodo non scientifico e non predittivo perché basato sull’errore metodologico di ritenere l’animale possibile modello per l’uomo... esperienze del passato hanno confermato i nostri dubbi angosciosi.

Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)

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Il Piccolo
venerdì 16 dicembre 2011

Denuncia
Dietro la ricerca c'è spesso la vivisezione


Egregio direttore,
particolarmente in questo periodo pre-natalizio, si organizzano sotto varie forme raccolte di fondi per la “ricerca” in merito a diagnosi e cure per malattie molto gravi. Purtroppo, quello che la gente non sa e sulla quale non viene informata è che attraverso i contributi dati a molte di queste associazioni, viene finanziata la vivisezione! Prescindendo dalla questione dei diritti animali, esiste l’antivivisezionismo scientifico: la vivisezione è un metodo metodologicamente errato, perché attraverso esperimenti su specie animali (il preteso “modello animale”) si pretende di trovare dati e informazioni applicabili ad un’altra specie (nello specifico caso, quella umana). Le malattie in questione sono terribili... ma la soluzione non può essere un’acritica politica di donazioni! Ciò che viene proposto è il “progresso scientifico”, ma in realtà con queste ricerche si torturano animali e si ritarda anche la scoperta di vere e concrete risposte sulle cause e sulle possibili cure per queste malattie, che si troverebbero con facilità se la ricerca fosse fatta su cellule e tessuti umani, dato che si devono curare persone! Le alternative alla vivisezione esistono, sono praticate e prevedono l’uso di cellule umane e sono etiche, più economiche, valide dal punto di vista scientifico! Finanziano per certo la vivisezione: AIC (Associazione Italiana Celiachia); AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro); AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla); ANLAIDS (Associazione Nazionale per la lotta contro l’AIDS); ASID (Associazione per lo Studio e l’Intervento sulle Tossicodipendenze); Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma; Telethon; Trenta Ore per la Vita. AIL (Associazione Italiana contro Leucemie e linfomi) non ha rilasciato dichiarazioni in merito.

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Articoli


La Provincia
mercoledì 18 febbraio 2011

Legge sui canili. I timori di Una
Presso il consiglio della Regione Lombardia è in discussione una proposta di legge che interessa la gestione del randagismo e dei canili rifugio. Una (Uomo-natura-animali) di Cremona esprime preoccupazione per «l'apertura ai privaci come gestori di canili rifugio, con inquietanti riferimenti all'esternalizzazione del servizio»: non vogliamo una Lombardia in cui sia più facile fare affari sulla pelle degli animali».
Leggi qui il comunicato completo! (più lungo e articolato!)

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La Provincia
giovedì 17 marzo 2011

"Sterilizzare più cani" L'Una scende in campo
L'associazione Uomo-natura-animali è in prima linea contro il randagismo
L'associazione Una Cremona (Uomo-natura-animali) scende in campo per una massiccia campagna di sterilizzazione dei cani. "Abbiamo appreso che la Regione Lombardia ha stanziato sei milioni di euro per sterilizzare i cani - si legge in una nota diffusa nelle scorse ore - avendo finalmente compreso e riconosciuto che il randagismo si sta trasformando in 'emergenza' anche nella nostra regione e che l'unico modo sicuro per ridurre il numero di randagi e di cani nei canili è la sterilizzazione. La legge sul randagismo - proseguono i responsabili dell'associazione cremonese - prevede la sterilizzazione da parte di Asl e comuni dei cani randagi o ricoverati nei canili e da oltre vent'anni la nostra associazione, oltre a chiedere che venga applicata la norma, chiede anche vengano concesse agevolazioni ai padroni meno abbienti. Da parte nostra, in aggiunta alla consueta informazione proposta ai proprietari di animali, abbiamo scelto di realizzare, grazie ai soldi pervenuti attraverso il 'cinque per mille', dei nuovi manifesti da far affiggere periodicamente in città in cui si invita a sterilizzare i propri animali".

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